Tag: deglutizione

SERVIZIO DI CONSULENZA SPECIALISTICA ONLINE

SERVIZIO DI CONSULENZA SPECIALISTICA ONLINE

In questo tempo che pare sospeso, in cui trascorriamo le giornate in casa a stretto contatto con i nostri figli, abbiamo piano piano iniziato a valorizzare quello che la situazione ci ha concesso: vicinanza e presenza. Seppur con mille fatiche e variabili sostanziali (telelavoro dei genitori, didattica a distanza per i bambini in età scolare etc) questa situazione ci ha restituito momenti lenti, occasione di osservazione e sintonizzazione con i nostri figli, specie con i più piccini. Parlo di occasione perché siamo stati costretti a fermarci, a ripensarci nei diversi ruoli investiti e siamo stati chiamati a lasciare la “guida automatica” per ingranare attivamente una marcia che si adattasse allo scorrere del nuovo tempo e del nuovo luogo. Il tempo nuovo con i piccoli di casa ha permesso a molti genitori di cogliere qualcosa dei loro figli che ancora era sfuggito, abbiamo scoperto di quante risorse sono equipaggiati, quanta capacità adattiva mettono in campo ogni giorno. Insomma, in questo momento di privazioni non sono mancate anche piacevoli sorprese. Talvolta dall’osservazione e vicinanza nascono riflessioni, talvolta dubbi e domande che possono riguardare lo sviluppo del bambino. Lo studio ha attivato un servizio online, uno spazio di ascolto e consulenza che può essere risposta tempestiva a domande dei genitori che riguardano aspetti di crescita dei loro bambini. Lo studio al momento resta chiuso, accoglie però richieste di consulenza online.

Per saperne di più:

Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Della DISFAGIA

La disfagia è un disturbo a carico della deglutizione. La sua insorgenza può essere dovuta a lesioni cerebrali come nei casi di Ictus,  di morbo di Parkinson, di Sclerosi Laterale Amiotrofica. In alcuni casi può essere una conseguenza dell’indebolimento muscolare del distretto deputato  o un effetto collaterale di una terapia farmacologica.
Chi ha difficoltà/fastidio/dolore al momento della deglutizione deve comunicarlo per tempo al proprio medico: è importante sottoporsi a una diagnosi precoce per trattare il disturbo fin dai primi sintomi e segni.

Sul sito della Regione Piemonte è scaricabile il nuovo PDTA relativo alla disfagia dell’adulto e dell’anziano

http://www2.aress.piemonte.it/cms/documenti

Qui è possibile trovare l’inquadramento clinico della disfagia oro-faringea, l’aggiornamento delle linee guida con la letteratura di riferimento, il percorso clinico all’interno dei diversi contesti riabilitativi e tutte le informazioni relative alla metodologia del gruppo di lavoro che ha partecipato alla sua stesura.

COME EDUCARE LA BOCCA… PREVENIRE L’INSORGENZA DI DISTURBI ARTICOLATORI E DEGLUTITORI CON SEMPLICI ACCORGIMENTI

L’educazione della bocca e delle sue funzioni dovrebbe far parte dell’educazione impartita ai bambini, come per qualunque altro distretto corporeo, in quanto l’equilibrio neuromuscolare e la capacità di eseguire movimenti anche complessi e coordinati (come nella realizzazione della masticazione e nella produzione dei suoni linguistici) dipendono dalla modalità con cui le funzioni orali sono state stimolate.

Adottiamo atteggiamenti strategici:

  • Favorire la tolleranza alla penetrazione in bocca di forchette, cucchiai e spazzolino, attraverso piacevoli momenti di gioco;
  • Non protrarre l’uso di ciucci e biberon oltre i 18 mesi di età;
  • Scoraggiare il succhiamento del pollice o di altri oggetti (es. il fazzoletto o un pelouche) come gesto consolatorio, in alternativa al ciuccio;
  • Non semplificare eccessivamente la dieta in senso qualitativo e/o in senso funzionale per rendere più veloce il momento del pasto o per paura che cibi troppo elaborati o con una specifica consistenza possano essere di difficile gestione, digestione o perfino “pericolosi”. Questi timori possono indurre i genitori a preparare al bambino solo piatti noti, semplificati all’estremo, nei quali i sapori non sono valorizzati (es. pasta all’olio, carne a vapore, ecc…), sostituire uno dei pasti con latte e biscotti nel biberon, prolungare l’uso di cibi semisolidi, passati o tritati per facilitare la masticazione e la digestione;
  • Prima di eliminare dalla dieta per periodi prolungati alimenti “sospetti” di indurre reazioni allergiche o intolleranze portare avanti un’adeguata indagine clinica, con l’aiuto di un esperto consulente alimentare;
  • Evitare di insistere affinché il bambino svuoti il piatto o completi il pasto dal primo alla frutta, magari imboccando il bambino anche se è ormai in grado di fare da solo, nell’ansia che la pappa possa andare dispersa oppure presentando sempre i soliti alimenti “graditi”, per essere certi che venga assunto almeno un certo quantitativo di cibo.
    Tutto questo squalifica il cibo, rende passivo il bambino e spegne facilmente il piacere di mangiare e l’interesse a sperimentare cibi differenti;
  • Accertarsi che durante il pasto il bambino assuma posture adatte al processo di alimentazione (es. mentre è sdraiato o ci volta le spalle) o con strumenti non idonei (es. con cucchiai molto grandi), in luoghi non adeguati (es. divano), in ambienti rumorosi, in condizioni non appropriate (ad es. in piedi mentre si sta parlando al telefono o mentre il bambino si trova di fronte al televisore) oppure non rispettando i suoi tempi (es. imboccandolo nuovamente mentre ha ancora del cibo in bocca).

Offriamo stimoli positivi:

  • Utilizzare ogni momento della giornata per sperimentare ciò che possiamo fare con la bocca: sputare con forza nel lavandino dopo aver sciacquato i denti, fare boccacce, linguacce e pernacchie, fischiare, soffiare le bolle, su una candela o dentro un flauto, gonfiare i palloncini, dare voce ai personaggi e agli oggetti nel gioco, imitare i rumori, riprendere suoni casualmente prodotti e rinforzarli ripetendoli a turno, etc…;
  • Dotare il bambino di posate adatte alle sue piccole mani ed alla sua piccola bocca e di stoviglie antiurto e lasciare che sperimenti con il cibo: solo sporcandosi e bagnandosi imparerà a regolare i propri gesti;
  • Incoraggiare l’uso della cannuccia, del bicchiere e dello spazzolino da denti (purché di dimensioni adeguate), lasciando che il bambino faccia da solo. Nel bambino più piccolo non impedire l’introduzione in bocca delle mani o dei giochi purché siano ben puliti e sicuri e sollecitare con questi e con le mani l’esterno delle labbra e l’interno della bocca;
  • Evitare le merendine ed i dolciumi se ai pasti il bambino ha poco appetito;
  • Utilizzare alimenti graditi al bambino, come premio per comportamenti corretti o consumarli con limitazione in circostanze “speciali”;
  • Evitare di cedere se il bambino desidera sempre “quello che non c’è”: non assecondare i suoi capricci affannandosi a preparare quello che richiede, se lascia nel piatto la pietanza offerta al resto della famiglia;
  • Concordare dei tempi per il pasto e invitare tutti a rispettarli: non lasciare che il piccolo, pur di mangiare tutto resti a tavola per ore. Tollerare una certa lentezza ma, concessa un’adeguata proroga, sparecchiare la tavola ricordando i patti.

Chi è il logopedista?

Il Logopedista è il professionista sanitario che, in possesso di Laurea di I Livello / Laurea Magistrale / Master Universitari (di I e II Livello) / Formazione specialistica, svolge con titolarità ed autonomia professionale la propria attività nella prevenzione, nella valutazione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio, della comunicazione, della deglutizione e delle funzioni corticali superiori in età evolutiva, adulta e geriatrica. Si occupa inoltre di attività di formazione, di didattica, di consulenza e di ricerca.